
Blabbazoo va in trasferta a Civitavecchia per andare a trovare Mano e Mr. Tav! L’intervista che segue è venuta fuori dopo aver conosciuto Mano a una delle battle romane che ci sono state allo Zoobar, a Roma.
Quella serata, quando si è esibito Mano, mi son detto “sto ragazzo ha un qualcosa di particolare”. Avevo avvertito un approccio più intimo alla scrittura e mi aveva piacevolmente sorpreso. Qui lo ritroviamo con il suo producer Mr. Tav, anch’egli a pieno merito tra i protagonisti della scena di Civitavecchia.
D: cominciate con il dirmi cosa vi unisce
Mano: penso che Mr Tav, nel momento in cui lascio qualche intervista sul mio Rap, ci debba essere. E’ lui che mi ha dato una mano fondamentale a esprimermi ed è anche il producer con cui ho collaborato in questi ultimi due anni. Anche la traccia che hai ascoltato alla battle è sua ed è di due anni fa.
Nelle situazioni artistiche dove ci sono io, penso in generale che Tav ci debba stare.
Mr. Tav: anche a livello psicologico (risate!)
D: bellissimo quest pensiero! Mr Tav sei stato colui capace di inquadrare il discorso artistico e dare supporto a Mano ed è una capacità che mi terrei stretta in quanto può fare la differenza nel mercato musicale odierno
Mano: si si guarda per la roba che voglio fare io a livello qualitativo ti dico che Mr Tav è il meglio in quanto non si adegua. Non segue la stessa linea degli altri. Porta sempre l’impronta sua pur se i suoni del momento cambiano.
La mia distanza dal resto degli artisti non è solo una questione musicale, si tratta proprio un certo tipo di prospettiva che poi il grande Tav riesce pure a canalizzare in termini di suono.
D: dove accadono i vostri fatti creativi?
Mano: Noi abbiamo sto bunker che è uno spazio di un nostro amico dove tutta la Civecchia del Rap è passata, almeno da quando avevo io 13 anni. Sto parlando di talmente tante persone e talmente tanto tempo che magari i rapporti tra alcuni dei ragazzi che son passati al bunker hanno pure fatto in tempo a cambiare.
Mr. Tav: il bunker alla fine è lo studio di un nostro amico, Alessandro Orfini che è un grande artista, sa suonare, ha una grande concezione della musica e con Mano ci siamo incontrati lì per caso. Lì ci passavamo le ore.
Mano: Alessandro, il Fricchio, è forte in tutto, canta e suona, ha le rime, ha gli incastri, la scrittura, ha fatto teatro ed è giovanissimo, ha 19 anni.
Ora sta affrontando dei progetti fuori dal Rap di cui presto secondo ne sentiremo parlare.
Lì si è sempre respirata un’aria particolare naturalmente. Considerate le tante persone che sono passate da lì e il fatto che Alessandro è amato da tutti ed amico di tutti.
Tieni conto, per aiutarti a farti immaginare la situazione, che nel settembre del 2021, era uscito un mixtape su Soundcloud con all’interno tutta una serie di cypher. Per quel mixtape reccavamo tutti i giorni in 7 o 8. A volte siamo arrivati anche a 10.
A Civitavecchia, anche Ladispoli, anche Santa Marinella, ci sta un mood importante secondo me. Certo, nessuno se la calcola Civitavecchia, però la qualità è presente. Nessuno è mai uscito veramente da qua. Ti potrei citare veramente tanti nomi Sadhy, Ichyy, i Roll Modelz, un gruppo Rap di ragazzi sulla trentina che avevano aperto i concerti al Mattatoio di Noyz, Inoki. E poi ancora ci stanno Bytaz, Mike Reedo…
Sahdy ad esempio io lo ritengo a livello di scrittura uno dei migliori d’Italia, che se uscisse ora tra i big nessuno avrebbe niente da dire sulla qualità della scrittura, perchè è veramente eccelsa.
D: Nella vita di tutti di giorni voi di cosa vi occupate?
Mr. Tav: io lavoro nelle FS a Roma da qualche anno, ho 30 anni adesso.
Mano: io mi arrangio tra barman e cameriere
D: se ti dico di parlarmi del rapporto tra soldi e musica tu che mi dici?
Mano: Guarda questo è un periodo della mia vita in cui non so bene che voglio fare. Considera che ho ancora 18 anni. Sono un pò il figlio di tutti loro! Sono tutti più grandi e mi vogliono tutti bene!
Come soldi e musica ti dico che ovviamente mi piacerebbe ci fosse il connubio tra i due, ma ora non ce l’ho in testa. Non è che penso che se non avviene crepo, ecco. Se capita naturalmente ne sarei felicissimo. Se non capita so che comunque anche a 30 anni starò qui a fare musica. Vorrei fosse una cosa fattibile ma dovrei essere un’altra persona, più organizzata.
Il fatto è che io ho i miei momenti e vorrei fare un sacco di cose e poi quando arrivo lì sul momento che bisogna concretizzare, mi ritrovo in uno stato d’animo completamente inadatto. Scrivo una traccia, poi il giorno dopo la butto e mi metto a rifarla e a rifarla e a rifarla. La traccia del contest che hai sentito pure è frutto di un lavoro di due anni. Pubblicato su Insta con un video di Simone Taviani, grandissimo video maker.
Insomma, non trovo mai il momento che dico io per fare tutto.
D: Come scrivi? Carta? Telefono? tutto di getto? una strofa alal volta?
Mano: Volevo fare il grande tipo underground e scrivere per terra con i pennarelli, ma alla fine fine scrivo sempre sul telefono perchè mi rendo conto di essere una vittima di questa società. A volte se il telefono è rotto scrivo sulla carta! Non importa effettivamente lo strumento.
Quel che importa è che ora comunque ho loro, che rappresentano un ambiente, una cerchia d’amicizia, molto positiva. Nel passato così tanti stimoli creativi non ne avevo sicuramente.
Qui adesso ci sono così tante persone che trasmettono energia da Bytaz, di cui conosco praticamente tuitte le tracce a memoria, Ichi Pantano, Mike Reedo e guarda qui a Civecchia scrivono tutti bene, hanno veramente tutti capacità di scrittura notevoli e noi più giovincelli siamo stati presi un pò come i figlioletti da parte di sti altri ragazzi più grandi.
Immagina quando eravamo all’inizio, eravamo banottini di 13 annmi che arrivavamo lì per fare anche noi il nostro Rap. Era senz’altro una situazione molto allegra.
Tieni conto che ancora adesso si fanno le giornate in bunker. Sono situazioni stimolanti a mille. Anche se poi magari non esce nulla di pubblicato realmente, il livello di confronto è contuativo.
Mr. Tav: In giornata si fa il beat si scrive e si recca.Alessandro, che conosce molto bene la musica mette la sua parte per il beat, io aggiungo i miei ingredienti tipici con batteria e ritmo. Mischiamo queste influenze tra parte melodica e parte ritimica e in un’ora esce un beat, già mixato e gli altri nel frattempo cominciano a sentire il beat nel mentre viene costruito e iniziano anche a scrivere e poi si recca. In quattro ore hai fatto tutto.
Il bunker è un posto che durante l’inverno è un covo di idee creative pulsanti e anche i momenti che pensi possano essere più noiosi vengono sfruttati in modo veramente creativo.
Io non mi annoio mai. Se fai musica secondo me non hai modo di annoiarti. Per arrivare a provare della noia dovresti proprio stare male emotivamente.
Mano: io scrivo pochissimo. Devo arrivare a stare tra il bene e il male, senza voler parlare del male che ci stava prima. Questa è la mia autoterapia, non parlo solo del processo creativo della scrittura, ma proprio l’incontro con persone che ritengo amiche per fare qualcosa che so che arte, a me fa bene.
Lì porto qualcosa di mio e loro mi dicono se piace o non piace. Si tratta sempre e comunque di un ascolto. In questa maniera ho la consapevolezza che esiste un luogo dove mi viene dato un feedback su quello che sento e su come tratto io la musica.
D: E ora su cosa ti stai concentrando musicalmente?
Mano: Per un certo periodo ho sperimentato e ora so meglio dove posso arrivare. Ci sono situazioni, musicamente parlando, certi sottogeneri, in cui non mi ci sento proprio. Ora che è un periodo in cui sto cercando di capirmi meglio ho maturato la convinzione che se in certe direzioni non ci vado è perchè proprio non mi piacciono. Devo fare quello a me più affine se voglio essere produttivo e sono contentissimo di passare del tempo nel cercare qualcosa che, oltre che piacermi, sono portato a fare meglio. Magari non bene ma sicuramente meglio. Questo sicuramente mi sta aiutando un sacco e mi fa venire voglia di fare.
D: Che state ascoltando adesso?
Mano: Massimo Pericolo, che secondo quando non ci saranno più Marra e gli altri big sarà il boss indiscusso della situazione. A me lui piace perchè non trovo in lui paragoni con il rap americano. Per me lui è riuscito proprio a trovare una dimensione per il rap italiano. Un altro che ascolto è Venerus sia a livello di contenuti sia a livello di suoni. Prodotto da Mace e quindi una garanzia.
Mr. Tav: io sto acoltando tanto l’ultimo disco di Johnny Marsiglia e poi Nayt
Mano: Tra gli americani Kendrik Lamar, Drake.
Mr. Tav: Drake ha la capacità di essere capace a stare bene su tutto e di essere molto produttivo. Kendirk fa meno, ma a livello di liriche lavora molto bene. Io ascolto anche elettronica, mischioni tra lofi, chill ed elettronica. Poi ascolto molto SoundCloud, ascolto Soulection che è un radio show. Sono arrivati a circa 600 episodi di quelli che loro chiamano future beats e ci sono molte edit con un sacco di produttori.
Mano: Su SoundCloud ci sono un sacco di sottogeneri. Da lì sono arrivati Radical, Bnkr44, Yung Lean, che è svedese e si preso la scena americana.
In genrale questo è un periodo storico in cui siamo stimolati tantissimo dalla presenza della musica. Si è arrivati al punto in cui ti svegli un giorno e dici: “voglio fare una traccia” e la fai. E’ molto più semplice arrivare a fare musica. Anche se il rischio è quello di sentire qualità inferiore.
Mr. Tav: essere ispirato continuamente porta a voler tirare fuori qualcosa. Quello che senti magari ti ispira, arrivi a fare un ascolto più critico a capire meglio e pensi di poterlo fare anche tu.
D: E andando più indietro nel tempo, magari italiani?
Mano: Sicuramente Bassi Maestro si può considerare il papà di tutti noi!
Mr. Tav: se poi devo nominarne un altro nomino Ghemon e tutta la roba della Blue Nox, con menzione particolare per Mecna.
E ora che vi siete rilassati ecco i link per restare connessi con Mano e Tav!
Per seguire Mano su Instagram
Per seguire Mr Tav su Instagram
Per ascoltare le tracce di Mr Tav su Spotify